domenica 28 maggio 2017

3B –DESTINAZIONE: TRIESTE!

di Alessandro Beatrice – 3B





Per il nostro primo viaggio d’istruzione noi della classe 3B abbiamo scelto come meta Trieste e il Carso; già da dicembre aspettavamo questo evento e fino al 29 Marzo, giorno della partenza, l’emozione saliva di giorno in giorno. Dopo una faticosissima levataccia ci siamo ritrovati davanti a scuola alle 6 del mattino e il viaggio in pullman, durato ben 5 ore, è stato eterno ma divertente. Una volta arrivati, insieme alla nostra educatrice, abbiamo visitato la Risiera di San Sabba,  Lager nazista in Italia. 








In seguito siamo andati a mangiare il pranzo al sacco in centro, nella piazza più importante (Piazza Unità d'Italia), e dopo alcuni giochi e cacce al tesoro a gruppi,abbiamo fatto un mini-tour per la città. Essendo ormai pomeriggio inoltrato ci siamo recati nell’albergo, che si è rivelato più accogliente di quanto ce lo aspettassimo, abbiamo cenato, siamo usciti per una passeggiata serale e una volta tornati in albergo abbiamo giocato a carte e siamo andati a dormire.


Il secondo giorno abbiamo camminato sull’altipiano del Carso e visto le trincee della Grande Guerra; nel pomeriggio siamo andati a visitare il sacrario Redipuglia, un gigantesco cimitero dedicato a tutti i soldati italiani caduti durante la Prima Guerra Mondiale. Abbiamo cercato ognuno i cognomi dei nostri nonni incisi sulle lapidi: era stupefacente! 




L’ultimo giorno abbiamo visitato un affascinante castello davanti al mare: il castello di Miramare, residenza appartenente all’arciduca Massimiliano d’Asburgo. 



Dopo aver mangiato in quel bellissimo parco davanti al castello il pullman ci ha portati alla celebre Grotta Gigante, un’immensa grotta carsica nella quale abbiamo dovuto percorrere mille gradini. 



Infine, comprati i vari souvenirs, siamo saliti sul pullman e siamo ripartiti per Milano. Ogni momento di questa gita è stato emozionante e grazie alle nostre professoresse, abbiamo trascorso un’esperienza unica e indimenicabile!





                                                                                              

2A e 2B in gita a VERONA e PARCO SIGURTA'

di Lucia Squillace (2B)

Il giorno 19 maggio 2017 la II B, insieme alla II A, si reca in gita presso la città di Verona, in Veneto. Dopo due ore di viaggio giungiamo a destinazione. Ci rechiamo nella piazza di San Zeno dove facciamo la conoscenza della nostra guida e visitiamo l’omonima chiesa che si presenta con il bellissimo protiro.




La chiesa è divisa in tre parti: una parte dove la plebe nei giorni di festa poteva venire ad ascoltare la messa, una parte dove i monaci Benedettini (costruttori della chiesa) officiavano la messa e infine la cripta. Mi ha colpito il fatto che la parte con l’abside è divisa dalla parte riservata alla plebe da un muro con raffigurati sopra gli apostoli: ho trovato la cosa incomprensibile se penso che i monaci sono quelli che hanno deciso di dedicare la loro vita a Gesù e di seguire tutti gli insegnamenti di Cristo, e che Gesù ha predicato l’amore per il prossimo e che tutti gli uomini sono uguali… Com’è possibile che questi abbiano avuto la “bellissima” idea di separare l’altare dalla “parte della plebe”. Dei veri geni!



Dopo aver visitato la cripta contenente le reliquie di San Zeno e il giardino interno usciamo dalla chiesa e ci dirigiamo verso il centro della città fermandoci di tanto in tanto per ascoltare la storia di alcuni antichi monumenti. Verso mezzogiorno ci sediamo sotto un portico per mangiare mentre la guida continua a raccontare la storia della città e quella di Romeo e Giulietta: anche se le due famiglie di Montecchi e Capuleti sono esistite storicamente, non esistono prove della reale esistenza di Romeo e Giulietta, la storia è stata diffusa ed esagerata per incrementare il turismo.








Dopo mangiato ci dirigiamo verso Piazza delle Erbe, la piazza più famosa di Verona, dove ci fermiamo per circa un quarto d’ora a girare tra le bancarelle. Dopo aver visitato il balcone di Giulietta e l’arena di Verona e aver ascoltato le rispettive spiegazioni al riguardo, lasciamo Verona per dirigerci al parco Sigurtà, a mezzora circa di autobus da Verona.








 Lì dovevamo fare un’attività di orienteering, ovvero la guida ci segnava dei punti su una cartina e noi dovevamo raggiungerli e fotografarli come prova, ma le instabili condizioni meteorologiche non ce l’hanno permesso, quindi non abbiamo corso per il parco come previsto alla ricerca di tutti i punti ma ne abbiamo cercati solo alcuni (labirinto incluso) situati non troppo lontano da dove stava la guida.Nel parco  infatti c’era anche un labirinto e ci hanno fatto entrare a gruppi di minimo tre persone perché se anche nessuno c’era mai morto, le siepi erano piuttosto alte e qualcuno avrebbe potuto sentirsi a disagio. 




Dopo un po’ che eravamo dentro e già non si riusciva a trovare più l’uscita, qualcuno "sclerava" e i gruppi formati all’inizio cambiavano perché tutti cercavano di raggiungere i propri amici e di uscire. Alla fine sono ovviamente usciti tutti. Poco prima dipartire una bella e divertente pausa relax ci ha consentito anche di correre a piedi nudi sull’erba bagnata dopo di che siamo risaliti in autobus e tornati contenti e soddisfatti a Milano.





martedì 16 maggio 2017

CONTRO LA MAFIA SEMPRE

di Ludovica Pavia II B







CONTRO LA MAFIA SEMPRE

100 MINUTI PER CAPIRE LA MAFIA





Parlare di mafia è complesso e parecchio rischioso. L’informazione è, però, necessaria per riuscire a combattere questo mostro così grande e pericoloso.
La mafia è un’organizzazione criminale che nasce tra il 1850 e il 1860 nelle zone più ricche della Sicilia. Acquisendo sempre più potere si estende prima in Italia, in diverse forme a seconda della regione (Camorra in Campania, Cosa Nostra in Sicilia, ‘Ndrangheta in Calabria, Sacra Corona Unita in Puglia) e poi nel resto del mondo (Stati Uniti, Cina, Russia, Giappone).
La mafia è composta da più persone che sottostanno alle decisioni prese dal vertice, “la cupola”, a capo della quale c’è il boss.
I mafiosi vogliono passare inosservati, per questo non agiscono in gruppo ed essendo persone come le altre è difficile riconoscerle. Questo rende il mostro “invisibile”.

Nell’ideologia mafiosa vige la legge del più forte, che prevede tre protagonisti: il prepotente, ossia il mafioso, la vittima, nonché il bersaglio della mafia e il resto della società. L’ultimo dei tre non è, però, da sottovalutare perché se agisse farebbe la differenza nella lotta contro la mafia.
Infatti ci sono state persone coraggiose che hanno lottato per il loro paese mettendo da parte l’omertà e la paura della vendetta a costo della libertà e spesso anche della vita. Simboli della lotta contro la mafia sono i giudici del Pool Antimafia, un’organizzazione di giudici ideata da Rocco Chinnici che si occupava esclusivamente di reati di mafia, scambiando e condividendo informazioni. Grazie a questo gruppo, nel 1986, iniziò il Maxiprocesso di Palermo contro Cosa Nostra che coinvolse quattrocentosettantacinque imputati e si concluse nel 1987 con diciannove ergastoli, tra cui quelli dei boss Totò Riina, Michele Greco e Bernardo Provenzano. I giudici furono aiutati anche da ex mafiosi che diedero informazioni molto importanti. Tra questi, Tommaso Buscetta che iniziò a parlare per vendetta verso chi uccise la sua famiglia durante la seconda guerra mafiosa.
Fra i giudici più rappresentativi del Pool ci furono Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, due uomini di grandissimo coraggio che hanno portato avanti il valore della giustizia fino alla morte: furono entrambi uccisi da Cosa Nostra nel 1992 nelle stragi di Capaci e di via D’Amelio. La loro morte scosse profondamente le coscienze e le strade si riempirono di manifestanti e i balconi di lenzuoli bianchi: tutti uniti contro la mafia, era ora di reagire.







Con lo scioglimento del Pool non è, però, finita la lotta contro la mafia, che continua tuttora grazie ad altri che combattono per la giustizia e per il bene comune.
Persone che si “fanno sentire” scrivendo, come Roberto Saviano, che con il suo romanzo “Gomorra” ha rivelato grandi segreti dell’organizzazione campana la quale gli ha dichiarato la sua condanna a morte.
Persone come Peppino Impastato, che hanno avuto il coraggio di prendere in giro qualcosa di così intoccabile. Peppino era un ragazzo siciliano, figlio di uomini di mafia che si ribellò e si allontanò dalla sua famiglia per aprire una radio (Radio Aut) dove prendeva in giro tutti i mafiosi del suo paese. Fu fatto uccidere da suo zio.


Persone che hanno voltato le spalle alla propria famiglia, come Rita Atria, una ragazza il cui padre e fratello erano uomini di mafia. Denunciò tutto ciò che sapeva in cambio di protezione e grazie al giudice Borsellino, che la prese a cuore, si trasferì a Roma con la moglie di suo fratello. Lì cambiò nome e riprese in mano la sua vita. Quell’ attimo di quiete fu però brutalmente interrotto dalla morte di Paolo Borsellino che per lei era diventato come un padre. La ragazza, in preda al panico e alla disperazione, si tolse la vita a soli diciassette anni.


Queste persone si sono battute per il bene di tutti i cittadini ed è proprio per questo che ognuno di noi, nel suo piccolo, deve portare avanti ciò che loro hanno iniziato e i valori in cui hanno creduto, per far sì che questi eroi non siano morti invano.

D’altra parte “la mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e, come tutti i fatti umani, ha un inizio e avrà anche una fine” (cit. G. Falcone).






La IIB e IID della Scuola media Santa Caterina sono stati ancora ospiti della biblioteca Cassina Anna per un incontro impegnativo ma interessante e per parlare e riflettere sulla mafia e sulla sua drammatica complessità attraverso libri scritti per i ragazzi e i numerosi contributi audio-video (spezzoni di film, interviste, servizi giornalistici e video musicali) che sono stati in grado di rendere l'iniziativa più coinvolgente e meno faticosa. Lo scopo é stato quello di mostrare ai ragazzi l'atteggiamento vincente da parte di ognuno di noi per combatterla.
I ragazzi hanno apprezzato l'iniziativa mostrando un grande interesse e una attiva partecipazione.