ROMA - Nel Pacifico li chiamano tifoni, nell'Oceano Atlantico uragani; in Australia vengono chiamati "Willi Willy", Taino ad Haiti, "Baguio" nelle Filippine e "ciclone" in India. La potenza, la carica distruttiva, quelle sì, sono sempre le stesse. Che si chiamino cicloni, uragani o tifoni, questi straordinari fenomeni della natura, che si formano nelle zone tropicali e subtropicali del pianeta, quando la temperatura del mare raggiunge i 25-27 gradi, lasciano dietro di sé una scia di morte e distruzione che trova sempre l'uomo impotente.

I tifoni sono la più violenta delle depressioni tropicali, capace di raggiungere una potenza pari a quella scatenata da dieci bombe atomiche di Hiroshima. Nascono a causa di perturbazioni che portano in alto l'aria calda e umida che, arrivata in quota, si condensa e attira altra aria calda, provocando così una sorta di reazione a catena. Nel frattempo, le correnti d'aria circostanti cominciano a ruotare in senso antiorario (in quello orario nell'emisfero meridionale) a causa della rotazione terrestre, trascinando con sé le nuvole della perturbazione.

Quando i venti circolari della perturbazione si stabilizzano, raggiungendo i 100 km/h, ecco che un nuovo "uragano-ciclone-tifone" è nato, e l'unica zona tranquilla è il suo centro, il suo "occhio", le cui pareti sono di solito il punto in cui i venti soffiano con più violenza. I tifoni di solito sono più numerosi e più intesi degli uragani perché il Pacifico è più caldo dell'Atlantico. Una volta formati, i tifoni si spostano da Est verso Ovest e misurano tra 500 e 1000 km di diametro.

La scala d'intensità usata per questi eventi, messa a punto dall'ingegnere Herb Saffir e dal meteorologo Bob Simpson nel 1969, si basa sulla misurazione della massima velocità continua del vento, rilevata a 10 metri di altezza, ed è divisa in due parti, con due categorie iniziali riservate alle tempeste (da 0 a 62 Km/h e da 63 a 177 Km/h), seguite da altre cinque per gli uragani-tifoni, l'ultima delle quali, definita "catastrofica", con venti che superano i 250 chilometri orari. La scala non tiene in conto effetti collaterali come rovesci d'acqua e inondazioni.

Il supertifone Haiyan è stato classificato di categoria 5, con venti che hanno raggiunto un massimo di 315 km/h, con raffiche fino a 380 Km/h, secondo i meteorologi giapponesi e americani. Nel punto di picco, la pressione al centro di Haiyan ha raggiunto tra 870 e 895 hectoPascal, la più elevata mai misurata finora. Il precedente record era detenuto dal tifone Tip, con 870 hPa (e venti di 305 Km/h) rilevati il 12 ottobre 1979.